Urban Memories. NY 1942-2012.
Biblioteca Angelica
(via di sant’Agostino, 11)
fino al 23 febbraio
“Una mostra in tre atti, un racconto che trasforma un’immagine e che trae dalle icone del passato le tracce del futuro che stiamo vivendo. Si inaugura dopodomani alla galleria della Biblioteca Angelica (via di sant’Agostino, 11) Urban Memories. NY 1942-2012.
Tre atti ma non esattamente tre tempi. Tre modalità, però: fotografia analogica, fotografia digitale e pittura. Tre anche gli artisti, ma uno di loro – quello da cui tutto ha avuto inizio – è anonimo. Sono sue le quaranta fotografie che hanno immortalato la New York del grande cinema, e che per la prima volta escono dalla collezione di Stefano e Silvia Lucchini per essere condivise con gli amanti della Grande Mela. «Un fotografo anonimo ormai divenuto per noi un vero e proprio poeta visivo. E’ stato attraverso un polveroso album di cuoio, tenuto in ordine da piccole viti arrugginite, che siamo stati catapultati nel passato, guidati lungo marciapiedi di una Manhattan incantata nel suo glamour misterioso», dice la Lucchini.
L’esposizione, visitabile fino al 23 febbraio, racconta come si è modificato l’assetto, sia strutturale sia sociale, della città negli ultimi settant’anni. E la metropoli offre al caleidoscopico mutare dei paesaggi (umani, sonori, architettonici) dimensioni quasi apocalittiche.
GLI AUTORI
Affiancano gli scatti anonimi i lavori di due artisti contemporanei, Angelo Bucarelli e Jonathan Guaitamacchi. Ognuno di loro interviene, con otto opere e in maniera completamente diversa, sull’esistente. Bucarelli sceglie le stesse identiche posizioni e tempi delle fotografie degli anni Quaranta: in otto giorni di permanenza newyorchese ha puntato sull’evidenza della trasformazione, ripercorrendo le tracce di quegli originali e lavorando sull’accelerazione del tempo.
Piuttosto impressionante il confronto tra Times Square ieri e oggi: so far, so close. Così lontane, così vicine, le «due» piazze hanno lasciato al genius loci la possibilità di sopravvivere senza violenze, almeno non apparenti, e si consegnano alle future modificazioni con curiosità.
Guaitamacchi declina in pittura lo spunto iconografico delle foto, trasformandolo in una sorta di foglio preparatorio con appunti e pennellate, come se si trattasse di un non-finito, di un cantiere in progress. Dall’estremo sud di Manhattan fino a Central Park, le foto illustrano «una realtà luminosa fatta di immagini cristalline e monocrome, una città monumentale e quasi vuota, le presenze umane che sembrano rarefatte per un abitante del XXI secolo, sovrastate dalle presenze architettoniche, dalla luce che le fa risaltare in contrasto con le grandi ombre che le attraversano nella loro sintesi monumentale e solenne», spiega il curatore Lorenzo Canova.
La mostra è aperta tutti i giorni (esclusa la domenica) dalle 10,30 alle 18,30; l’ingresso è gratuito. Giovedì alle 18 nel Salone dell’Angelica si terrà un incontro di approfondimento sui mutamenti urbani e sociali della città americana. Ne parleranno, insieme con i collezionisti Lucchini e gli artisti Bucarelli e Guaitamacchi, Furio Colombo, editorialista e scrittore, l’addetto culturale dell’Ambasciata degli Stati Uniti Nicholas J. Giacobbe, Franco Purini, architetto e docente presso l’Università La Sapienza di Roma e Canova, storico e critico d’arte.”- Il Messaggero