Chiostro dei melangoli

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Chiostro di San Giovanni Battista de’ Genovesi

Via Anicia n.12

Tel. 06 5812416

Apertura : martedì e giovedì dalle 15 alle 18 con ora legale, altrimenti dalle 14 alle 16.

Chiusura : Agosto

Sito : Chiostro di San Giovanni Battista de’ Genovesi

Altre informazioni : CLICCA QUI

SAN GIOVANNI DE’ GENOVESI

Era d’usanza e com’è ancora a Roma
donà ospitalità ch’è sacra e bòna
e a Trastevere ce sta ‘na chiesa apposta
indove er pellegrino po’ fa’ sosta.

Ner tempo antico quanno un genovese
seguiva la passione lungo er mare
sapeva che arivato a Ripa Granne
trovava un letto magara de du’ spanne.

L’ospizzio San Giovanni l’aspettava
e lo stanco navigante lì approdava
e sia d’inverno che de primavera
pé lui era pronto er pasto e la preghiera.

Quanno ar momento giusto ripartiva
ner core tanta pace se sentiva
poi a cor contento a casa riccontava
l’accojenza cordiale che trovava.

Volete scoprire una piccola gemma di Roma?Potete fare una visita al chiostro di San Giovanni Battista dei Genovesi.

Vi riporto una descrizione che potete trovare anche nel link riportato sopra :

La sorpresa principale della visita alla chiesa di S. Giovanni Battista dei Genovesi, è quella che si prova entrando nel chiostro detto “dei Melangoli” attribuito a Baccio Pontelli, architetto di Sisto IV, e dichiarato “monumento nazionale”, che ha conservato il fascino del suo aspetto originario e può considerarsi uno degli angoli segreti più esclusivi di Roma.
Il recinto centrale a cui fanno da splendida cornice due ordini sovrapposti di pilastri ottagonali, è stato trasformato in un bellissimo, silenzioso “frutteto-giardino”, con alberi di melangoli, di limoni e mandarini, con siepi di mirto, piante di acanto e rose rampicanti
che incorniciano delicatamente il pozzo di travertino, della fine del sec. XV, fiancheggiato da due colonne ioniche, che sorge nel centro del giardino.

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Non è difficile, percorrendo il colonnato sotto il quale si snodano, durante le feste liturgiche, le processioni con i confratelli in cappa bianca che sorreggono gli stendardi della Confraternita e le consorelle che indossano la mantellina bordata d’azzurro con l’effigie della Madonna della Misericordia, ascoltando il canto delle litanie e delle Laudi dell’antica tradizione religiosa ligure, sentirsi permeati da un senso struggente di commozione, sentirsi consolati dalla consapevolezza di una fede profonda che unisce ancora i genovesi di oggi a quelli di cinque secoli fa, e scoprire che dai nostri antenati, non abbiamo ereditato soltanto quest’angolo segreto di Liguria nel cuore di Roma in cui è possibile ritrovare momenti mistici di raccoglimento e di preghiera e ritemprare lo spirito dopo le fatiche quotidiane, ma anche la volontà e la speranza di conservare nel tempo i sentimenti e gli ideali di vita che, col loro esempio, ci hanno trasmesso.” – M. L. Ronco Valenti

Le foto nell’articolo : Stefano Fumagalli

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