Donne di Roma: Giulia Farnese detta “La Bella”

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Giovanna Cattanei, detta Vannozza

Dopo Vannozza Cattenei, non si può non raccontare la storia di un’altra donna che ha conquistato con il suo fascino e la sua ambizione la Città Eterna e il cuore di molti uomini.

La Bella era il soprannome con la quale Giulia Farnese era conosciuta tra i tortuosi vicoli e le chiassose pizzette di una Roma che stava rinascendo dalle ceneri del Medioevo, a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento.

Ma quanto era bella Giulia? Le cronache dell’epoca la descrivono come una donna di rara avvenenza e sensualità, tanto che la sua immagine, immortalata nel marmo da Guglielmo della Porta all’interno della Basilica di San Pietro come allegoria della Giustizia, attirava pellegrini e curiosi da tutto il mondo.

Statua della Giustizia

La sua procacità destava talmente tanta bramosia nei visitatori che nel 1604 Clemente VIII dovette ricoprire la nudità della statua con una tunica di metallo, “che però pagando uno zecchino viene tolta per un attimo!”

Ma questo non era l’unico soprannome della nobile fanciulla: si sa infatti, anche da atti ufficiali, che Giulia era spesso definita Uxor Christi, sposa di Cristo, e non certo perché fosse monaca o particolarmente devota, tutt’altro!

Ma andiamo con ordine.

Tutto ebbe inizio il 21 Maggio del 1489 quando Giulia, a soli quindici anni, sposò il sedicenne Orsino Orsini, conte di Nola, nipote dell’allora cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI. La visione della giovane folgorò letteralmente Rodrigo che, follemente innamorato, decise di lasciare definitivamente la sua storica e ormai anziana amante Vannozza per concedersi totalmente a Giulia.

Con l’elezione al soglio pontificio di Rodrigo nel 1492 Giulia divenne la regina incontrastata della corte papale, l’Uxor Christi, ottenendo ricchezze e benefici per sé e per i suoi familiari, vivendo tra il palazzo degli Orsini a Monte Giordano, la casa della suocera Adriana de Mila nei pressi di Santa Maria in Portico e soprattutto negli appartamenti Borgia in Vaticano.

Nello stesso anno mise al mondo la sua unica figlia, Laura Orsini, che le malelingue del tempo vollero in realtà figlia del papa.

Tutto ciò che riguardava Giulia era fonte di scandalo e scalpore: fu grazie a lei se il marito ottenne incarichi e benefici e soprattutto fu grazie a lei e “alla sua gonnella” – come tuona lo stesso Pasquino, la statua parlante più famosa di Roma – se il fratello Alessandro ottenne la porpora cardinalizia, divenendo pochi anni dopo papa con il nome di Paolo III.

Ma non solo: la sua sfacciataggine e la sua sfrontatezza furono le protagoniste di una vicenda assai nota alle cronache del tempo.

Durante i festeggiamenti per la celebrazione del primo matrimonio della giovane Lucrezia Borgia con Giovanni Sforza sembra che Giulia, per vincere una scandalosa scommessa, abbia “tirato fuori i seni dalla scollatura del vestito e abbia raccolto con essi da una ciotola 18 confetti, facendoli poi ricadere sul tavolo degli sposi”!

Un comportamento sicuramente poco consono al luogo e alla situazione diremo noi oggi, ma che destò nei ricchi contemporanei ammirazione e stupore.

Gesù Bambino_Pinturicchio

Ma come in tutte le storie la fine arriva sempre.

Iniziarono infatti i primi dissidi e malumori tra la nobile donna e il papa: Giulia infatti era ormai stanca di Rodrigo, sempre più anziano e sempre più possessivo e ogni scusa divenne buona per potersi allontanare da Roma e dalla corte pontificia.

Decise così di seguire Lucrezia a Pesaro, trattenendosi con lei per molti giorni e scatenando così l’ira furiosa di Rodrigo che voleva a tutti i costi riavere la propria amante al suo fianco. Sembra addirittura che il papa, fuori di sé, abbia minacciato più volte Giulia, definita ingrata e perfida, di scomunica se non fosse immediatamente ritornata da lui.

La minaccia ebbe successo e La Bella si mise prontamente in viaggio ma, all’altezza di Viterbo, venne fatta prigioniera dall’esercito di Carlo VIII, re di Francia e acerrimo nemico di Roma. Solo i tremila ducati sborsati da papa Borgia poterono salvare la giovane donna che, liberata e rientrata sana e salva in città, passò la notte nelle stanze vaticane, tra le braccia di un Rodrigo ormai totalmente schiavo della passione.

Ma sarà una delle ultime notti d’amore poiché, di lì a poco, la terribile minaccia dell’invasione francese porterà Giulia a scappare da Roma per rifugiarsi con la figlia nella sua tenuta di Carbognano.

Degli ultimi anni della sua vita si conosce poco: si sa che Orsino morì nel 1500 e che Giulia tornò per un breve periodo a Roma dopo il 1503, data della morte di Rodrigo, per far sposare la figlia Laura con un nipote dell’allora papa Giulio II della Rovere.

Nel 1509 si sposò nuovamente con un nobile napoletano Giovanni Capece Bozzuto, che però morirà nel 1517, lasciandola nuovamente vedova.

Continuerà a vivere da feudataria a Carbognano fino al 1922 quando tornerà definitivamente a Roma per trascorre gli ultimi due ani della sua vita, morendo nelle stanze di Palazzo Farnese, costruito pochi anni prima dal fratello Alessandro.

Di lei oggi resta l’eco e il ricordo della sua bellezza, che incanta ancora lo spettatore quando ammira il volto della Madonna con il Bambino del Pinturicchio o la Dama con liocorno di Raffaello.

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Autore: L’Asino d’Oro Associazione Culturale

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