CLICCA QUI PER LEGGERE IL PRIMO ARTICOLO :
Mentre leggi l’articolo clicca sulle parole colorate!
Accederai alla mappa interattiva o ai link utili !
Pronti per nuove scoperte?
Questa volta ci muoveremo nella zona del Cicolano e del Lago del Salto. Partenza la Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile nella piana reatina.
I due laghi sono circondati da canneti e zone di bosco igrofilo che ospitano numerose specie di uccelli. Sono luoghi ideali per il birdwatching, punti di osservazione schermati consentono avvistamenti e servizi fotografici senza arrecare disturbo all’avifauna. Si possono incontrare nitticore, morette tabaccate e aironi bianchi.
Lasciata alle spalle la piana reatina ci dirigiamo verso la zona del Salto. Fino al 1927 questa zona denominata Cicolano apparteneva alla provincia dell’Aquila. Oggi appartiene alla provincia laziale ed è una zona il cui territorio è stato modificato dall’intervento dell’uomo. Nel 1940 è stata costruita una diga lungo il corso del fiume Salto generando così l’attuale Lago del Salto con una superficie di 820 ettari.
Questa opera ha richiesto la distruzione di alcuni paesi le cui case, chiese e strade sono finite sotto il livello dell’acqua e la cui popolazione è stata spostata in paesi limitrofi. Una strada permette il giro del lago e da qui si può salire alla scoperta dei paesi arroccati più in alto.
La prima località che si incontra provenendo da Rieti sulla via Salaria è Poggio Vittiano frazione di Varco Sabino che deve il nome alla sua posizione poiché sorge tra due cime la più alta delle quali è il Monte Navegna. Dall’abitato un sentiero permette di raggiungere la vetta a quota 1508 dalla quale si domina il territorio della Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia a ridosso delle sponde del Lago del Turano.
Questo bacino come quello del Salto è stato realizzato a scopo idroelettrico e una galleria di 8 km collega i due specchi di acqua. Tornati alla statale si prosegue attraversando una zona di castagneti fino al bivio per Rigatti, con il suo castello, e poco più avanti quello per Girgenti. Questo paese fu fondato nel XII secolo da un gruppo di abitanti di Gergentum, l’odierna Agrigento, in fuga dalle persecuzioni del re Guglielmo I il normanno.
Si prosegue per Vallececa con la chiesa della Santissima Trinità meta di pellegrinaggi. Arrivati ai confini con l’Abruzzo meritano una sosta le Grotte della Val de’ Varri. La cavità delle grotte si divide in due rami. Quello di destra è fossile mentre quello di sinistra è formato da una galleria superiore e da una sotterranea attraversata da un torrente. Il sistema presenta ampi spazi ricchi di stalagmiti. Al termine del lago si trova Fiumata. Già nel XIII secolo questo paese che allora prendeva il nome di Terra Flumata era già presente tra i possedimenti della potente abbazia di Farfa.
Dopo Fiumata inizia l’esplorazione dell’altra sponda del lago. Prima tappa è Borgo San Pietro dove è possibile visitare il convento delle Clarisse della Santa Filippa Mareri. Nel museo del convento ci sono reperti e documenti dell’antico monastero di San Pietro de Molito fondato dalla santa nel 1228 e abbandonato perchè sommerso dalle acque del nascente lago nel 1940.
Poco distante la spiaggia dei pioppi dove godere il sole in riva al lago. Proseguendo si incontra Fiamignano dalle vecchie case in pietra e con una bellissima vista sul Velino. Qui nella chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano il ciborio ligneo settecentesco e la croce in ottone argento e smaltato del XIII secolo.
Petrella Salto deve la sua notorietà alla storia di Beatrice Cenci, rampolla di una ricca famiglia che fece assassinare il suo violento padre. La sua storia ispirò opere di Stendhal, Dumas e Shelley.
Dall’abitato una stradina sale verso la montagna conducendo al bellissimo Piano del Rascino dove l’omonimo lago occupa una zona pianeggiante dove in primavere fioriscono migliaia di violette. All’uscita del paese si può prendere la superstrada Cicolana che in pochi minuti porta a Borgorose.
Molto belli il rosone ed il portale della chiesa di Sant’Anastasia e da notare i ruderi del castello e della chiesa di Santa Maria ad Nives con il campanile con due archetti per le campane. Dallo svincolo alla periferia del paese, presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, si raggiunge una delle più singolari aree archeologiche del centro Italia, il Tumulo di Corvaro, sito di sepoltura collettiva. Fino ad ora sono state rinvenute 254 tombe riferibili ad epoche diverse di cui alcune databili alla prima Età del Ferro( IX-VII sec a. C.).
Si prosegue alla volta di Santo Stefano, un piccolo borgo con una bella chiesa. In paese, presso gli uffici della Riserva Naturale Montagne della Duchessa, è possibile reperire una mappa dell’area protetta. Percorrendo il rettilineo che porta al casello della A24 e superato lo stesso, dopo una curva ad angolo retto sulla destra si incontra una strada bianca che conduce al piccolo borgo di Cartone, il più affascinante accesso all’area protetta.
Di qui partono i sentieri per visitare la zona. Quelli della Valle Fua e della Cesa salgono a 1788 mt, mentre quello dlla Val di Teve conduce ad un ambiente solitario ove è facile veder volteggiare aquile reali e avvoltoi grifoni. Tornati alla strada asfaltata si possono visitare le frazioni di Torano e Sant’ Anatolia. Il primo offre un’alta torre a sezione quadrata, resto di un castello medievale, resti delle mura e le chiese di San Martino e di San Pietro.
Sant’Anatolia è conosciuta per l’importante santuario. Era una giovane cristiana che subì il martirio sotto l’imperatore romano Decio nel 252. Sul luogo del martirio nell’VIII sec venne eretta una chiesa benedettina e nel 1870 l’attuale santuario.
Anche per oggi concludiamo la nostra visita ma continuate a seguirci per continuare la scoperta del Lazio! 🙂